2 Febbraio 2024 – Teatro di Villa Torlonia
Immagina una sera, in un piccolo teatro antico, una donna che legge e parla della sua esperienza di donna stronza. Questa serata inizia qualche settimana prima, in ufficio, quando mi arriva nel feed di FB lo spettacolo a Savignano sul Rubicone di Carlotta Vagnoli.
Il nostro ufficio è composto da tutte donne. Un bellissimo esempio di varietà femminile all’opera. Ed è proprio in quel contesto che nasce “la Barbisa”.
Per cui l’idea di andare a teatro a vedere un Barbisa che parla di Stronze “What else?”.
Aperitivo nel piccolo bar del teatro, stanchezza da giornata lavorativa e altre incombenze da mamme o compagne o anche da donne single impegnate nella società, e si parte!
Quando Carlotta ti mostra la sua esperienza, ti parla dei social, delle lenti che tutti, uomini e donne indossano con il colore rosa del patriarcato scopri che Carlotta stronza non lo è affatto, anzi. È una donna simpaticissima e disponibile e coraggiosa. Allora forse la definizione di stronza è un po’ quella, da chi guarda con le lenti del patriarcato, da chi si sofferma alla superficie e non vuole che diciamo la nostra o parliamo di fatti che ci costringono a vivere nella paura e nel dolore. La stronza è un’amica che ti dice la verità sul fidanzato che non va bene, quella che ti rovina la serata portandoti via perché quella sera sei un po’ alticcia.
Stronza è bello. Questa è una delle consapevolezze che mi sono portata via da una piacevole serata in cui si rideva anche molto.
E anche se c’erano pochi uomini in sala, alcuni c’erano. E fa piacere. Sarei stata curiosa di capire se anche loro la vedevano così l’amica stronza. Alla Battisti, che sceglie te una donna per amico, perché il suo mestiere è vivere la vita…
Ebbene sì, parlava di vita vissuta, anche la sua e non si piangeva addosso ma cercava di riderci su e di capire come fare per rialzarsi. Perché le piccole bambine di rialzano come i piccoli bambini, solo che poi succede la magia e le bambine piangono e i maschietti no e i maschietti dicono le parolacce e le femminucce no.
Dovremmo quindi intervenire in quell’istante, in quel momento in cui se decidi tenacemente di rimanere coerente con quello che sei, inizi ad essere la ribelle, e poi finisci per essere la stronza.
Allora viva le stronze, che ti sono vicine senza negarti l’onestà del loro punto di vista. Che lottano anche per te nelle battaglie per cambiare il sistema.
Siamo tutti uomini e donne impregnati di una cultura che ci fa interpretare persone e personaggi della letteratura con una lente patriarcale e non sarà facile riconoscerla all’inizio. Ma se ci faremo attenzione, e magari ci verrà un dubbio, chiediamo all’amica “stronza” che magari lei lo sa.